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 CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA

Gruppo II:Presidente Antonio Vitorino

Mandato

Il Gruppo di lavoro II ha trattato due questioni:
1. le modalità e le conseguenze di un'eventuale incorporazione della Carta di Nizza nel futuro trattato UE;
2. le modalità e le conseguenze di un'eventuale adesione dell’Unione alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU).
Inoltre il Gruppo ha discusso, indipendentemente dalle prime due questioni, il problema specifico della possibilità dei singoli individui di adire la Corte di Giustizia in materia di diritti umani.
Sul primo punto (art 5 par. 1), nello specifico, una larga maggioranza si è espressa in favore dell’incorporazione della Carta secondo modalità che conferiscano a quest’ultima carattere giuridicamente vincolante e status costituzionale.
Sul secondo punto (art 5 par. 2,3) ancora una larga maggioranza è favorevole all’adesione della UE alla CEDU.
Sull'ultima questione incidentale, il Gruppo non è giunto a nessun accordo.

Relazione finale

1. Sebbene su entrambe le principali questioni il Gruppo di lavoro si sia pronunciato compatto votando quasi sempre all’unanimità i documenti redatti, sono emersi successivamente, in seno alle sessioni plenarie della Convenzione, numerosi punti controversi formalizzati nelle decine di emendamenti proposti.
All’interno di questa posizione dominante, infatti, esistono diversi gradi di “forza giuridica” che si vuole attribuire alla Carta dei diritti. Tali proposte oscillano dall’integrazione completa della Carta come prima parte della Costituzione (proposta che in seguito verrà sottoscritta dalla Cellula), fino alla semplice e meno impegnativa proposta di riconoscimento e/o rispetto dei valori enunciati dalla Carta. Da ribadire che queste diverse posizioni rientrano comunque all’interno di una visione che conferisce valore giuridico alla Carta. Esistono, infatti, posizioni ancora più estreme, ma fortunatamente minoritarie, circa la soppressione di tale articolo per evitare di conferire status giuridico alla stessa. [emend. V (1)/26, 40].
2. Sull'analisi della seconda questione le numerose proposte di precisazione circa la “non modifica” della ripartizione delle competenze fra UE e Stati membri eventualmente causata dall’adesione alla CEDU mirano ad una visione parziale e limitativa delle responsabilità derivanti dall’obbligo delle istituzioni (comunitarie o nazionali) nel tutelare i diritti fondamentali. Indubbia è comunque la volontà del Gruppo di aderire alla CEDU.
3. Sull'ultimo punto si evidenzia con rammarico il mancato accordo sia sulla necessità di riformare le condizioni alle quali una persona fisica può adire direttamente la Corte al fine di garantire una tutela giurisdizionale effettiva, sia sull’istituzione e la conseguente attivazione di una procedura speciale in materia di diritti umani dinanzi alla Corte di Giustizia.
Concludendo, ribadiamo i nostri scetticismi verso la contraddittoria volontà, da un lato, di dare un segnale forte sul rispetto dei diritti umani, dall’altro, di dovere esplicitare che le competenze dell’UE in materia di diritti umani non verranno estese, quasi come se, lanciato il sasso, l’Unione tirasse indietro il braccio…

Proposte della Cellula

1) La nostra posizione va verso la direzione della proposta maggioritaria che vede l’integrazione completa della Carta nella futura Costituzione. La Cellula propone che essa sia inserita nella prima parte del futuro Trattato conferendo così ad essa una chiara e indubbia valenza di principio fondamentale.

2a) In linea col Gruppo, proponiamo una completa adesione alla CEDU. Chiediamo che non ci siano “escamotage” giuridici per eludere eventuali obblighi derivanti dall'adesione della UE alla CEDU, anzi, chiediamo che il cittadino debba poter rivendicare i diritti sanciti sempre e comunque, siano organi nazionali o comunitari, garantendo così una tutela effettiva e non solo formale.

2b) Vista la futura adesione alla CEDU e vista la formazione della personalità giuridica europea, chiediamo che l’Unione Europea ratifichi tutte le convenzioni internazionali sui diritti umani, a partire dai due Covenants del 1966, sui diritti civili e politici il primo, su quelli economici, sociali e culturali il secondo.

3a) Chiediamo che venga estesa la capacità soggettiva di adire la Corte di Giustizia anche ad associazioni, gruppi e organizzazioni non governative il cui fine è connesso con la tutela del diritto leso, alla luce anche degli standard più elevati già esistenti in ambito Corte Europea dei diritti umani.

3b) Chiediamo che venga istituita e attivata una procedura speciale in materia di diritti umani dinanzi alla Corte di Giustizia.

4) Proponiamo che l’art 1 del futuro Trattato UE disponga come segue:
L’Europa ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e riconosce nella pace un diritto fondamentale delle persone e dei popoli. L’Unione Europea contribuisce alla costruzione di un ordine internazionale pacifico e democratico; a tale scopo promuove e favorisce il rafforzamento e la democraticizzazione dell’ONU e lo sviluppo della cooperazione internazionale multilaterale.

In sintesi

Proposte del gruppo
- Incorporazione della Carta secondo modalità che conferiscano a quest’ultima carattere giuridicamente vincolante e status costituzionale;
- Adesione della UE alla CEDU;

Proposte della cellula
- Integrazione completa della Carta nella prima parte della futura Costituzione;
- Capacità del cittadino di rivendicare i diritti sanciti dalla Carta sempre e comunque, sia presso organi nazionali che comunitari;
- Istituzione e attivazione di una procedura speciale in materia di diritti umani dinanzi alla Corte di Giustizia;
- Disposizione del futuro articolo 1 come segue: L’Europa ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e riconosce nella pace un diritto fondamentale delle persone e dei popoli. L’Unione Europea contribuisce alla costruzione di un ordine internazionale pacifico e democratico; a tale scopo promuove e favorisce il rafforzamento e la democratizzazione dell’ONU e lo sviluppo della cooperazione internazionale multilaterale.

Il contributo delle associazione della società civile
- Association des femmes de l’Europe Méridionale: la Carta è meno avanzata dell’acquis e presenta alcune importanti lacune. Occorrerebbe garantire il pluralismo dei media, esplicitare la necessità di una partecipazione equilibrata di uomini e donne nelle sedi del potere e riconoscere il diritto alla pianificazione libera della gravidanza; lo stesso art. 21 (proibizione delle discriminazioni) ignora il diritto delle minoranze ad accedere ad uguali opportunità. La Carta dei diritti fondamentali dovrebbe citare espressamente le violenze fisiche o morali e riconoscere il diritto di asilo per chi non può disporre liberamente di sé e la cui libertà o i cui diritti fondamentali siano minacciati. Infine la Carta non riconosce a sufficienza i diritti fondamentali garantiti dai alcuni trattati internazionali (European social charter, Covenant on Economic Social and Cultural rights, ILO Conventions);
- Coordinamento siciliano del Forum della società civile: è necessario il completamento della Carta dei diritti fondamentali, in particolare in riferimento al capo quarto (solidarietà) in merito al tema dei diritti attinenti al lavoro per quanto riguarda il diritto di negoziazione e di azione collettiva nel senso della concertazione sociale. Appare opportuna l’implementazione degli artt. 35 (diritto alla salute) con la previsione di una garanzia ospedaliera più completa e 23 (parità uomo-donna) con una più estesa esplicitazione del principio della parità. La Carta dei diritti fondamentali dovrebbe essere modificata secondo le varie proposte e successivamente andrebbe inserita integralmente come articolo 6 del trattato costituzionale.
   
 

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